Quinconce: origini, aspetti agronomici ed oltre

La “quinconce” è una disposizione di tipo geometrico in cui cinque elementi sono disposti in un quadrato con un elemento al centro. In agricoltura, questo schema viene utilizzato per la piantumazione di alberi, creando così un impianto sfalsato su file parallele.

Il termine “quinconce” deriva dal latino “quincunx” che significa letteralmente “cinque once“. Questo termine ed unità, venivano utilizzati in diversi ambiti già nella Roma antica, stava ad indicare una frazione equivalente a cinque dodicesimi dell’unità; in particolare lo era come moneta, frazione dell’asse corrispondente a 5/12, cioè a 5 once, coniata in alcune città italiche; come misura di lunghezza, la frazione corrispondente a 5/12 del piede romano.

Per quanto riguarda l’applicazione in agricoltura ed in arboricoltura per esempio, si traduce in un impianto dove ogni albero si trova al vertice di un triangolo isoscele rispetto agli alberi delle file adiacenti.

L’alberello a quinconce non solo ha origini antiche risalenti alle civiltà dei greci e romani, ancora oggi rappresenta una pratica viticola tradizionale nell’area dell’Etna dove le viti sono disposte in modo simmetrico con uguale distanza tra di loro proprio come il numero 5 della faccia di un dado.

Questo sistema sfrutta al massimo il terreno disponibile e permette di ottenere una serie innumerevole di benefici:

  • una migliore illuminazione delle piante e una distribuzione più uniforme della luce solare
  • facilita l’accesso ai macchinari agricoli per le manutenzione
  • gli alberelli non vanno mai incontro a ombra, nessuna pianta copre l’altra. Un buon modo di stare al mondo, l’esposizione al sole è ottimale favorendone la piena maturazione dell’uva
  • riduce la competizione tra le piante favorendo il loro stato di salute e la produzione dei migliori frutti
  • le viti sono costrette a sviluppare un sistema radicale più profondo sfruttando meglio i minerali del suolo come nutrienti
  • la disposizione sfalsata fa’ sì che le continue correnti e venti generate tra vulcano e Monti Nebrodi non vadano ad impattare contro pareti foliari che facciano da barriera; in questo modo l’aria riesce ad incunearsi e fare un vero e proprio slalom tra gli alberelli e perciò a mantenere sempre ben asciugata la parte foliare evitando ristagni di umidità e di conseguenza la conformazione indesiderata di elementi patogeni

Tutti questi aspetti di notevole rilevanza a titolo agronomico, uniti al fascino di poter dare una continuità e contribuire a preservare un patrimonio millenario, ci ha portato proprio alla scelta di questa modalità di impianto a maggior ragione nei nuovi impianti situati fronte cantina, così come nelle località ricadenti nel comune di Randazzo, e omonime Contrade di Montelaguardia, Piano Dario e Chiusa Politi.