Fare vino comporta fare tante scelte, alcune saranno dettate dalla parte imprenditoriale, altre dal cuore.
Spesso quelle che vengono prese con il cuore sono le scelte più vere ma forse allo stesso tempo sono quelle che tracceranno una strada più tortuosa.
Molti conoscenti, amici, colleghi chiedono ai vari componenti del team “Massimo Lentsch”:
Ma perché la scelta dell’alberello?
Perché la scelta di un territorio così difficile e definito dai professionisti come “eroico”?
La risposta la ritroviamo proprio nelle parole di Massimo Lentsch:
“Quando ho deciso di avviare questa cantina, mi è stato chiaro fin da subito di voler fare le cose in modo diverso, quasi avveniristico ma allo stesso tempo rispettando le regole di un territorio e di una tradizione millenaria.”
Ecco il perché della scelta dell’alberello.
Non è stata una scelta facile ma le soddisfazioni sono enormi e ci emozioniamo ogni singola volta in cui vediamo un alberello accarezzato dal sole e mosso dal vento.
Coltivare e curare i vigneti allevati ad alberello comporta il solo utilizzo delle braccia dell’uomo e cosa più importante, l’esperienza e la sensibilità dell’uomo faranno la differenza in questo percorso.
Un’opzione alternativa (e forse più semplice) all’allevamento ad alberello sarebbe stata quella di utilizzare la controspalliera ma non è ciò che qui sull’Etna rappresenta il vero carattere della vigna.
I Nebrodi, il maestoso Etna, il suolo vulcanico unico al mondo e infine l’alberello:
come potevamo noi stravolgere questo disegno perfetto e ineguagliabile?
Questo è il nostro “perché”: abbiamo fatto questa scelta seguendo il nostro cuore.
Abbiamo voluto valorizzare l’alberello per il profondo rispetto che portiamo per la terra etnea e per la sua tradizione che ci è stata tramandata fin dai Greci e dai Fenici.